Arturo Andreoletti

Nasce a Milano l’8 marzo 1884.

Diplomatosi all’istituto Tecnico, svolge il servizio militare come allievo ufficiale al 5° alpini; nominato sottotenente viene assegnato al 7° alpini, compiendo la ferma nella 64ª compagnia del battaglione “Feltre”.

Si dedica con passione all’alpinismo, praticato soprattutto nelle Dolomiti; accompagnato dall’inseparabile amico Francesco Iori, maestro a Penia di Canazei, compie innumerevoli scalate sulla Marmolada, sul Catinaccio e sul Sella.

Nel corso della sua attività alpinistica, collabora alla redazione della Guida dei Monti d’Italia esplorando, con il patrocinio  delle autorità militari, il territorio di confine fra il Cordevole, l’Avisio e il Cismon.

Alla vigilia dello scoppio della guerra, viene richiamato  alle armi per essere designato aiutante maggiore del battaglione “Val Cordevole”.

Nell’ottobre 1915 viene promosso Capitano e posto al comando della 206ª compagnia dello stesso battaglione. Al suo comando, il  reparto svolge un’intensissima e determinante attività nel settore Marmolada, spesso in autonomia operativa.

Uomo dal carattere forte ed inflessibile, (venne soprannominato “Padre Eterno” e il suo reparto “Compagnia Padreterno”), sommerge di richieste i magazzini per ottenere razioni aggiuntive di cibo ed abbigliamento adeguato per I suoi uomini.

Per tale attività, nella quale non tollera ingerenze da nessuno, entra in urto con i Superiori e, nel febbraio 1917, lascia, spontaneamente il settore per essere destinato all’Ufficio Operazioni della IV armata.

Nelle fasi finali del conflitto partecipa come Ufficiale di Stato Maggiore del IX Corpo d’Armata, alle operazioni sul Monte Grappa (novembre 1917) e sul Col Moschin (giugno 1918), guadagnando due medaglie di bronzo, e alla liberazione del villaggio di Cismon in Valsugana (31 ottobre 1918), per la quale viene insignito sul campo della medaglia d’argento. 

Nel novembre 1919 è tra i fondatori dell’Associazione Nazionale Alpini, di cui diventa Presidente . 

Sotto la sua presidenza vengono acquisiti dall’A.N.A. i ruderi della Contrinhaus sui quali viene costruito il rifugio Contrin.

Si dimette da Presidente dell’A.N.A. nel 1929 per dissenso al regime fascista.

Muore a Como, all’età di 94 anni, il 24 gennaio 1977.