Capodanno di guerra
Penso ai 31 dicembre del periodo di Guerra…
… tra la neve alta ed il sibilo delle mitragliatrici,
lana verde umida e ghiacciata,
i pidocchi che facevano ballare i ragazzi,
l'orgoglio del cappello d'alpino,
il freddo elmetto che regalava l'illusione della salvezza,
cibo in scatola ... se arrivava.
Il freddo ad anestetizzare le ferite curate alla bene-e-meglio senza anestesia da un medico che non riusciva a porre fine al dolore fisico dei soldati, il pensiero che volava oltre le alte Montagne fin dentro le loro case vicino al camino quasi a scaldare il cuore.
Mezzanotte avvolti nel buio di una notte durata troppi anni, nascosti in trincee, grotte di fortuna; i più fortunati in casette di legno.
Il cielo illuminato da fuochi d'artificio che uccidevano, schegge che volavano andando a conficcarsi negli alberi, tra le rocce, la neve, la carne umana ed il medico a curare ancora quelle ferite che inzuppavano di sangue quelle lerce divise, che poi non venivano lavate e continuate ad usare.
L'ultimo dell'anno che poteva coincidere con l'ultimo giorno di una vita donata alla Patria.
Chi è tornato la vita l'ha lasciata lassù, tra le Terre Alte sferzate dal vento, colorate dal fuoco dei cannoni
Se si pensa, loro, le Montagne, sembrano ricordare ogni giorno quelle giovani-vecchie vite con l’Enrosadira: ogni giorno, stessa ora, diventano così belle come lo erano loro strappati alla vita.
Buon Ultimo dell'anno a Voi che siete tornati
Buon Ultimo dell'anno a Voi che siete Caduti per la Patria sepolti in qualche ossario
Buon Ultimo dell'anno a Voi i cui resti son rimasti tra le Montagne, a tutti Voi, ora andati avanti
Sonia Carrain